Il
produttore annuncia film e nuovi investimenti per l' emittente. Con un pizzico
di polemica
NO
ALLA TV - PARTITO
Cecchi Gori disegna la sua Videomusic
MILANO - "La gente vede
volentieri le interruzioni pubblicitarie dei film. Sono spot di ottima qualità.
E poi se vogliamo che nascano nuove televisioni non possiamo diminuire le
entrate. Questo referendum è stato fatto male. Da una parte vuole limitare lo
strapotere di una concessionaria pubblicitaria, ma dall' altra finisce col
togliere la pubblicità. Secondo me la cosa migliore da fare sarebbe seguire le
indicazioni della Comunità Europea: consentire interruzioni nella giusta dose".
A cinque giorni dai referendum sulla televisione, Vittorio Cecchi Gori scende in
campo con una conferenza stampa per presentare i suoi progetti per la nuova
Videomusic, ma finisce per parlare a ruota libera di politica, calcio,
spettacolo ed editoria. "Per migliorare la qualità della televisione è meglio
che esistano diverse reti private - si scalda Cecchi Gori - perché la
competizione normale fa bene alla Tv". E spiega che la soluzione migliore
sarebbe quella indicata dalla Corte Costituzionale, con la possibilità per ogni
privato di possedere due televisioni. Il referendum invece, secondo lui
"finirebbe per scontentare tutti". "Io non voglio fare come Berlusconi. Non ce
l' ho con lui per motivi sportivi, anche perché domenica a Firenze il Milan
meritava di vincere con la Fiorentina. Ma non voglio che una televisione venga
utilizzata da un partito politico, da una persona o da un' azienda, né pro né
contro nessuno". E torna alla polemica sportiva che lo ha portato domenica allo
stadio a scontrarsi verbalmente con l' amministratore delegato del Milan Adriano
Galliani: "In questa occasione io la mia televisione non l' ho usata per dire
niente, gli altri invece le hanno utilizzate per insultarmi". Parlando di
Videomusic, Cecchi Gori annuncia investimenti per migliorare notevolmente l'
illuminazione dell' emittente. Per quanto riguarda i programmi, invece, molto
dipenderà dall' esito dei referendum di domenica prossima, ha avvertito. Il suo
progetto intende comunque puntare molto sul cinema e sugli avvenimenti sportivi,
mantenendo nella fascia pomeridiana ampio spazio per la musica. Mentre per l'
informazione annuncia la collaborazione di importanti firme come quella di
Volcich e Riotta.
Asso nella manica di Cecchi
Gori è il ghiotto listino, presentato ieri, con i titoli dei film in programma
per la stagione prossima. Si va da Al di là delle nuvole, di Michelangelo
Antonioni e Wim Wenders a L' uomo delle stelle, di Giuseppe Tornatore, con
Sergio Castellitto. Da Nixon, di Oliver Stone a Camera da letto, di Simona Izzo,
con Diego Abatantuono, Ricky Tognazzi e Alessandro Benvenuti.
Da Nove settimane e mezzo,
parte II, con Mickey Rourke a Lolita, di Adrian Lyne. E tra i film in
preparazione: Denti, di Gabriele Salvatores, Kansas City, di Robert Altman, un
film di Gianni Amelio e un paio di Fantozzi. Cecchi Gori che è a capo di una
holding dell' audiovisivo che produce e distribuisce film e videocassette e
gestisce o controlla circa duecento sale cinematografiche sparse per l' Italia,
da quando è anche proprietario di Videomusic attende con grande ansia i
risultati del referendum di domenica. E al 12 giugno rimanda tutti i suoi
progetti. Non vuole per il momento parlare di un possibile terzo polo televisivo
("e non chiamiamolo polo che porta iella"). Non vuole rispondere a chi gli
chiede se intende comprare Telemontecarlo. "C' è questa possibilità, farla
sopravvivere sarebbe un' opera meritevole", si limita ad ammettere. Non dà
soddisfazione a chi vorrebbe sapere se intende riaprire il quotidiano La Voce.
"Montanelli è un amico di famiglia
e mi sono sentito in dovere di contribuire alla sua avventura. Ma fare l'
editore di giornali non è il mio mestiere". Certo se potesse salvare La Voce
sarebbe orgoglioso. Sarebbe anche disposto a una partecipazione. Ma ci tiene a
sottolineare: "Ragazzi, non mi piace fare l' asso pigliatutto".
CARLO BRAMBILLA |